Teresio Moriena

 Comunista eretico, vicino alle tesi della sinistra comunista. Professore alle superiori a Pinerolo. Ebbe estemporanee uscite pubbliche  come su Mussolini (definito 'il più rimarchevole capo avuto dal proletariato italiano ') . Promotore di un circolo di sinistra a casa sua in c.so Torino a Pinerolo, si rinchiuse in una stretta cerchia di compagni.

Saluto a un compagno audio mp3 

  lettera a Vittorio Morero  

 

Teresio ha curato la conservazione e il restauro del mulino di famiglia

http://www.mulinomoriena.it/

La storia del mulino

 

Il Mulino di Fenile ha origini lontane, quando verso la fine dell’anno mille venne costruito un canale alimentato dal torrente Pellice che ha origine da una galleria lunga circa 30 m scavata sotto il Poggio Coburna dai Frati Benedettini di Cavour allo scopo, che ancora oggi svolge, di derivare l'acqua dal torrente Pellice per irrigare la pianura di Bibiana e Cavour, una sua diramazione partendo da Bibiana, passa da Fenile ove è ubicato il Mulino, attraversando poi Campiglione giunge fino a Cavour.
Si presume che la prima costruzione del Molino sia attribuibile ai feudatari locali, e risalga all’epoca dell’ultimazione del canale Bibiana-Fenile-Campiglione-Cavour, che permise lo sfruttamento dell’acqua quale forza motrice per il funzionamento delle macine.
Come in tutti i borghi medioevali il feudatario aveva la proprietà sia dei terreni che dello sfruttamento dei corsi idrici e quindi anche del molino e dei suoi prodotti. Di certo si sa che nel 1500 il mulino apparteneva ai signori dell’epoca.
Con l’arrivo di Napoleone il mulino divenne proprietà del Comune, a causa dell’esproprio di tutti i beni dei feudatari da parte del grande conquistatore francese. Il Comune lo gestì sicuramente per molto tempo dandolo in affitto a privati. La data dell’ultimo contratto d’affitto risale al 30 Marzo 1881 (nell’archivio storico di Campiglione esiste un documento di grande interesse storico che riporta l’avviso d’asta per la locazione del Mulino Comunale e degli annessi torchio da olio e frantoio da canapa ).
Scaduto quest’ultimo contratto d’affitto il mulino diventa di proprietà privata. Il primo proprietario fu il sig. Malanot Giovanni di Giovanni che il 15 ottobre 1894 acquista il mulino dal Comune di Fenile (Fenile verrà inglobato nel comune di Campiglione solo nel 1928).
Il 31 gennaio 1897 il sig. Malanot vende il mulino al sig. Rossetto Marcellino di fu Giovan Battista che a sua volta lo venderà il 20 ottobre 1901 ad Alessandro Moriena di fu Giovan Battista e a Teresa Boetto, cogniugi, i quali ebbero sette figli, tre femmine e quattro maschi, dei quali solo Matteo ebbe figli: Teresio e Giancarlo che si adoperarono per mantenere l’intero complesso inalterata fino ad oggi.

 

 

 

Dal 20 ottobre 1901, il mulino è rimasto di proprietà della famiglia Moriena, che lo ha mantenuto in funzione fino al 1961, negli anni seguenti, il molino ha funzionato solo per alcuni laboratori didattici e per scopi dimostrativi.
Nel corso degli anni il mulino ha subito varie modifiche tecniche e strutturali per migliorarne ed aumentarne la produttività, sia opere di ripristino e di manutenzione dei macchinari che dovute a rotture o a scarso utilizzo, infatti risulta che alla fine del 1800 il frantoio da canapa fosse già inservibile.
Tra il 1880 e il 1884 avviene un’importante e tecnologica miglioria, visibile ancora oggi: il passaggio da un palmento a due. Nell’archivio storico del Comune di Campiglione esistono ancora alcuni progetti di massima riguardanti le ruote idrauliche e i relativi preventivi.

Nel 1950 circa, i palmenti vengono affiancati da un sistema più complesso e più produttivo con l’inserimento di una bagna grano, laminatoi, spazzole da crusca, plansichter e da un sistema pneumatico di pulitura. Il mulino è stato attivo poi fino al 1961.
Nel 2003, Teresio diede avvio alla ristrutturazione di una delle due ruote idrauliche del mulino cambiando gli originali laterali e i raggi in legno con parti in metallo e riutilizzando i cucchiai del 1880. Quest’intervento è stato l’occasione per riunire in associazione una parte della popolazione locale che ha reso possibile l’impresa contribuendo fattivamente ai lavori.
Nel 2008 il Mulino Moriena vuole ricominciare a funzionare e riprendere vita ritornando ad essere un punto di incontro all’interno della comunità e una testimonianza storica di vecchi sistemi costruttivi e produttivi.

La Famiglia Moriena

cliccare sul volto di ognuno per leggere la sua storia

 

 

 
Pasquale Moriena Teresa Boetto Pietro Moriena (Pierino) Giovan Battista Moriena Emma Caterina Moriena Matteo Giuseppe Moriena Maria Teresa Moriena Alessandro Moriena Angela Moriena
Alessandro Moriena, uno dei sette figli di GiovanBattista e di Teresa Malano (1833-1906), nacque a Cavour nel 1868 e morì a Fenile nel 1914. Alessandro Moriena, comunemente chiamato Sandro, si spostò a Fenile nel 1903 con la moglie Teresa Boetto, i figli nati a Cavour, la madre vedova e la sorella Olimpia (1877-1948), che era ancora da sposare. Alessandro e Teresa ebbero in totale sette figli e la famiglia cresceva bene ed era prospera, come si può ammirare nella foto di famiglia del 1914: tutti sani, robusti, grintosi e ben vestiti… quella sarà l’ultima foto tutti insieme! Infatti lo stesso anno Alessandro mentre raccoglieva le ciliegie, con il figlioletto Matteo di otto anni, cadde dalla scala e morì nel giro di un quarto d’ora ….. questo cambiò radicalmente la storia della sua famiglia.
Teresa Boetto, nacque nel 1867 e mori a Fenile nel 1951; proveniva da una famiglia benestante di agricoltori di Bagnolo Piemonte, in grado di far studiare una delle tre figlie da maestra. Teresa, portò in dote diecimila lire, che serviranno ad acquistare, insieme al marito mugnaio, il mulino di Fenile nel 1901. Questo mulino fu scelto perchè aveva una grande cascata d’acqua ed era costruito molto bene, come si può ancora ammirare oggi.
Maria Teresa Moriena, la primogenita, nacque a Cavour nel 1897 e morì a Fenile nel 1974. Si trasferì a Pinerolo negli anni ’20 con la sorella minore Angela e con i soldi di famiglia acquistò una merceria in via Buniva n. 20. Quando vendette la merceria, pensò di poter vivere con i soldi messi da parte, ma ciò non fu possibile a causa dell’inflazione che sopraggiunse. Visse alcuni anni con la minore delle sue due sorelle poi decise di andare in casa di riposo e scelse quella di S. Secondo di Pinerolo, la “Turina”; dove credeva di essere ben accetta perché vi aveva lungamente prestato servizio volontario. Nel 1974 fu rinviata a casa a Fenile, dove si spense dopo poco.
Giovan Battista Moriena, il secondogenito, nacque a Cavour nel 1898 e morì a Fenile 1948: fu chiamato a partecipare alla I Guerra Mondiale, dove combatté sul Piave in prima linea, sul fronte orientale italiano, nel corpo dei Bersaglieri. Ferito alla gola da una granata, fu ritrovato dopo una settimana e quando venne congedato si mise ad accudire i malati terminali che poi vestiva dopo morti.
Emma Caterina Moriena nacque a Cavour nel 1900 e morì a Fenile nel 1978: a diciotto anni andò a Pinerolo come donna di servizio e aiuto cuoca presso la famiglia Cavallero, dove si innamorò del giovane Ugo Cavallero, ma che non poté sposare perché, purtroppo per lei, il suo dovere era quello di servire sua madre rimasta vedova con i sette figli. Alla morte della madre nel 1950, Ugo Cavallero ormai vedovo la chiese nuovamente in sposa e lei accetto ben volentieri. Visse per un periodo a Pinerolo in via Arcivescovado n. 6, dopo il fallimento del negozio di stoffe del marito, andò a vivere con le sue sorelle Maria Teresa e Angela, poi nel 1965 fece restaurare la casa lungo la strada a fianco del mulino di Fenile dove si trasferì con il marito, il quale morirà nel 1971. Emma allora andò a fare la cuoca presso la contessa di Fenile. Nel 1976, un giorno mentre andava in bicicletta verso Bibiana, fu investita da un’automobile e perse la memoria, non si riebbe più fino alla morte.
Pasquale Moriena nacque a Cavour nel 1902 e morì a Fenile nel 1965: non si sposò mai, lasciando addirittura la fidanzata per occuparsi dei suoi fratelli minori, diventando il “direttore” commerciale, tecnico e finanziario della famiglia.
Angela Moriena nacque a Fenile nel 1904 e vi morì nel 1977: dolce, infantile, sognatrice, poetica, lei sarebbe stata molto felice ad avere una sua famiglia e dei figli, ma invece visse tutta la vita con le sorelle, prima con Maria Teresa, poi quando questa si trasferì alla casa di riposo, andò a vivere a Fenile con l’altra sorella Emma, fino alla morte. Durante la gioventù, fece la crocerossina accompagnando i malati nelle mete di pellegrinaggio (Lourdes, Oropa,…).
Matteo Giuseppe Moriena nacque a Fenile nel 1906 e morì a Pinerolo nel 1975: il primo a rompere il “patto” di reciproco aiuto, che avevano siglato i fratelli dopo la morte del padre, se ne tirò fuori pensando di non farne parte essendo così giovane alla morte del padre, infatti aveva solo otto anni e quindi si sposò con Maria Lucia Carolina, figlia unica di un sarto di Bibiana ,Carlo Castellano, e Angela Ferrero. Da questa unione nacquero due figli Teresio e Giancarlo. Nacquero presto dei dissapori tra Matteo e la moglie su dove e con chi vivere e anche sul lavoro che Matteo svolgeva come mugnaio. Allora si trasferirono a Pinerolo dove Matteo aprì un pastificio: lui faceva la pasta e la moglie la vendeva in negozio. Dopo aver cresciuto e fatto studiare i figli ( il maggiore laureato e il secondo diplomato) chiuse il pastificio e si mise a fare il rappresentante di silos e mungitrici della Alfa Laval.
Pietro Moriena (soprannominato Pierino) nacque a Fenile nel 1910 e morì a Bibiana nel 1987: il più giovane della famiglia e il più coccolato, alla morte del padre aveva solo tre/quattro anni! Era uno sportivo, scherzoso, amava giocare e divertirsi. Era un mugnaio molto capace e da giovane aveva fatto anche l’apprendista meccanico (infatti entrò nell’esercito come panettiere e finì a fare il meccanico durante la prigionia in Germania nella seconda guerra mondiale). Si sposò con Margherita Bruno di Bibiana, ma non ebbero figli. Non essendosi mai occupato degli affari di famiglia, in quanto se ne occupava il fratello maggiore Pasquale, non fu capace di portare avanti il mulino alla morte del fratello.

 

 

" Associazione amici del Mulino Moriena di Fenile"
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