L’autoriduzione
delle bollette Sip
Andrea Zini
Nel ’74 una ondata di forti aumenti delle tariffe Enel
e dei trasporti pubblici urbani trova risposta in lotte di massa che assumono
la forma dell'autoriduzione delle bollette e dei biglietti. A Torino, dove
erano forti le tendenze interne che inclinavano a questo tipo di
mobilitazione, è il aindacato a promuovere l'autoriduzione dei biglietti e il
pagamento dimezzato delle bollette elettriche parallelamente alla trattativa
sulle tariffe; altrove a questa forma di lotta, che pure raggiunge dimensioni
di massa, manca l'appoggio del sindacato e del Pci e sono promotori i gruppi
della nuova sinistra. La stessa forma di lotta si diffonde nel 1975 quando la
Sip introduce forti aumenti nel nuovo piano tariffario.
In molte città i gruppi della nuova sinistra danno vita
a comitati per l'autoriduzione con una piattaforma di rivendicazioni,
presidiano le poste dove tutti vanno a pagare i bollettini e invitano a
ricalcolare l'importo secondo il vecchio canone, predispongono lettere
prestampate in cui l'autoriduttore dichiara di attenersi alle tariffe
precedentemente in vigore perchè sul nuovo piano tariffario è in corso una
vertenza nazionale e perchè mette in dubbio l'attendibilità delle
misurazioni della Sip sui consumi. L’azienda risponde inviando lettere che
minacciano il distacco ed procedendo a distacchi di linee. Gli autoriduttori
rispondono con una seconda lettera in cui ribadiscono la loro posizione. In
alcune città le procure dichiarano illegittima la ritorsione (sentenza contro
la Sip a Genova), ma nella maggior parte delle città invece danno torto agli
autoriduttori, come nel caso di Parma, e questo indebolisce gradualmente la
lotta.
A Parma l'autoriduzione delle bollette Sip dell'ultimo
trimestre 1975 coinvolgere seimila utenze, una percentuale sugli utenti
complessivi fra le più alte nelle città di provincia, e continua anche col
primo trimestre del 1976. Il Comitato per l'autoriduzione è promosso
soprattutto da Pdup e Movimento lavoratori per il socialismo. Si tratta di una
mobilitazione popolare di base, fuori dal controllo sindacale e indipendente
dalla trattativa in corso sulle tariffe. Nelle intenzioni dei gruppi non è
fine a se stessa ma punta ad una crescita politica dal basso, a costruire
comitati permanenti che gestiscano non soltanto l'autoriduzione ma i problemi
del territorio, dando nervo ai consigli di zona e intrecciando relazioni con i
consigli di fabbrica. Probabilmente è il momento più alto di coinvolgimento
popolare in questa politica dei gruppi che non accetta una prospettiva
minoritaria e mira ad assumere come interlocutore il movimento operaio nel suo
complesso, ma anche l'ultimo, dopo il quale la situazione generale ed anche
quella dei movimenti si evolve diversamente.
LO stile dei disegni era tratto dai fumetti di Unidad Popolar cilena.
STORIA DEL SINDACATO IN ITALIA, DALLA NASCITA DELLA CGL ALLA “SVOLTA DELL’EUR” -
Giornate di Marzo
Malgrado la linea moderata dei dirigenti sindacali, le lotte dei lavoratori si
inasprivano. Nel febbraio del 1974, il governo annunciò forti aumenti dei prezzi
della benzina e dei prodotti alimentari. La risposta degli operai fu spontanea:
uscirono dalle fabbriche e le manifestazioni durarono una settimana intera.
Poi ci fu la famosa “autoriduzione” alla Fiat di Rivalta: di fronte all’aumento
di 25-50% dei prezzi dei biglietti degli autobus che portavano i lavoratori in
fabbrica, furono eletti i “delegati di autobus”, i quali raccoglievano
l’equivalente delle vecchie tariffe e lo inviavano alle compagnie dei trasporti.
Lo stesso metodo fu applicato alle bollette dell’Enel; circa 150.000 di queste
furono autoridotte in Piemonte.
Le “autoriduzioni”
Questo metodo si diffuse in tutto il Centro-Nord d’Italia, dopo che in Piemonte
era riuscito a ridurre drasticamente gli aumenti e per alcune categorie aveva
ottenuto la gratuità. Questa prassi ebbe l’appoggio della Flm piemontese come
pure del Pci torinese e piemontese, ma a livello nazionale sia i vertici
sindacali che quelli del Pci si rifiutarono di dare il loro appoggio,
condannando il movimento come “avventurista”.